Biopolitica

o del perché viviamo fra controllo e trasgressione

Nella ricerca della "cabina di regia" del potere, l'uomo diviene inconsapevole vittima della modalità di produzione degli enunciati. Comprenderne l'ambiguità è allora indispensabile per evitare i rischi fatali della biopolitica

Spinte a superare il limite del punto focale unico a favore di una sua moltiplicazione trasversale, le tecnologie del controllo sono in continua evoluzione, ma non possono fare a meno di insidiare ogni piano della vita individuale e sociale

La grammatica del potere trova una delle sue più raffinate e articolate incarnazioni nel modello carceraio ideato da Jeremy Bentham, celandosi sempre più attraverso la spazializzazione

Il gioco presuppone quattro categorie che danno vita ad accoppiamenti variabili. Se l'abitudine spinge alla predittività, la combinatoria conserva invece un nucleo irriducibile di possibilità "in" visibili

Comprendere i caratteri del gioco aiuta a mettere in evidenza le modalità d'esercizio del controllo, salvo il gioco non divenga stocastico

L'istituzione di una norma non si accompagna mai al riconoscimento di una verità assoluta, ma riproduce le dinamiche di un gioco strategico di azione e reazione. Solo la paura dell'aleatorio può trasformare la norma in un gioco fatale

Attraverso linee vettoriali di senso è possibile raccogliere tracce sotto lo stesso insieme. Oggettività e significatività, tuttavia, dipendono dalla capacità di leggere la dinamica dell'effetto di cumulo

Cercare l'origine del problema è una mossa che non risolve affatto "il problema in sé", ma lo riafferma nell'artificialità della sua costruzione. Diverso è interrogarsi sull'origine intesa come "provenienza" ed "emergenza"

Per fronteggiare le sfide della biopolitica occorre far chiarezza sul rapporto fra potere e controllo. Senza un adeguato riconoscimento delle procedure selettive in atto nel linguaggio, ancorché nei corpi, corriamo il rischio di essere vittime di un sistema cieco a se stesso