Il Gran Ballo dei Caffettieri di Biassono

04.02.2024

Organizzato dal #SocialCafeVerri in collaborazione con la Scuola di Danza di Monza e Brianza, l'evento ha celebrato il debutto in Villa Monguzzi de "Il Verro d'Oro": periodico d'attualità ispirato a "il Caffè" dei Conti Pietro e Alessandro Verri, pronto a lanciare nuove provocazioni filosofiche e degustazioni conviviali

Un, due, tre, passo. Il "Verro d'Oro" entra in scena a ritmo di valzer e quadriglie, riportando a Biassono (MB) l'elegante bellezza del Secolo dei Lumi, ma anche il taglio affilato delle sue penne (d'oca). 

In omaggio al concomitante "Kaffeesiederball" di Vienna, venerdì 2 febbraio il Garden Cafe di Villa Monguzzi ha ospitato la prima edizione del "Gran Ballo dei Caffettieri di Biassono", proposto dal #SocialCafeVerri in collaborazione con la Scuola di Danza di Monza e Brianza. Per il lancio del nuovo periodico d'attualità ispirato a "Il Caffé" dei Conti Pietro e Alessandro Verri, ideatori 260 anni fa della pubblicazione attraverso cui furono diffuse le idee illuministe e una concezione del giornalismo infine moderna, non potevano certo mancare le note di Beethoven o i volteggi di Strauss: se nel Settecento Biassono fu culla della filosofia critica che avrebbe poi unito nell'Accademia dei Pugni le più fervide menti lombarde, lo deve anche alla rinascita economica e politica propiziata dal governo asburgico. Prova ne è ancor oggi l'editto dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria in mostra nell'ufficio del sindaco, col quale il Comune brianzolo ottenne il diritto di organizzare uno dei primi mercati civici sul territorio. Anche in questo caso, col concorso decisivo di un Verri: il Conte Gabriele, senatore reggente del Supremo Consiglio d'Italia, nonché padre di Pietro e degli altri tre cadetti di famiglia Alessandro, Carlo e Giovanni. 


Fra eleganti vestiti in stile Regency-Romantico e profumo di caffè nell'aria, cinque coppie di danzatori hanno animato i locali di Villa Monguzzi seguendo l'impeccabile regia di Rosa Matera, ma coinvolgendo anche i numerosi spettatori in esercizi di stile. Proposto da Alberto Caspani, Marco Migliorini e Sara Alessandrello, il #SocialCafeVerri  è infatti questo: "un'originale alternanza di momenti d'intrattenimento, excursus storici e riflessioni critiche sul presente - hanno spiegato gli organizzatori dell'evento  - mediante cui restituire alle pause di degustazione del caffè l'originaria funzione di stimolo della coscienza critica e civile: gli appuntamenti culturali che intendiamo proporre nei bar, nelle caffetterie, o nelle dimore storiche, riadattano non solo la formula conviviale ideata dai fratelli Verri, ma si giovano anche del canale divulgativo de "Il Verro d'Oro". Un periodico che mette in dialogo il Settecento e la contemporaneità, con l'obiettivo di portare in luce le contraddizioni della nostra società, erede diretta dell'Illuminismo, così come le sue possibilità inespresse e tuttavia indispensabili per evitare pericolose derive".


Il progetto è stato accolto con favore ed entusiasmo sia dall'amministrazione comunale, presente col sindaco Luciano Casiraghi, il vicesindaco Donato Cesana e l'assessore alla cultura Ilaria Rivolta, sia dai rappresentanti del Museo civico "Carlo Verri", di cui si è fatto portavoce Diego Colombo. Il gestore del Garden Cafè, Alberto Riva, ha già proposto di ospitare nuovi eventi del #SocialCafeVerri con cadenza almeno mensile. Nel corso della serata i partecipanti hanno inoltre voluto ricordare il concittadino Marco Tremolada, mancato il 18 gennaio scorso, ma capace di lasciare un'impronta indelebile nella vita sociale e culturale della Brianza attraverso il suo impegno nel Gruppo Ricerche Archeostoriche del Lambro. A lui è stato dedicato il numero zero de "Il Verro d'Oro", di cui i presenti hanno potuto apprezzare una prima versione stampata in A3, leggibile "in condivisione" attraverso lo scambio e la ricomposizione dei suoi fogli sciolti: una modalità innovativa che induce a decostruire ricostruire l'ordine del discorso, senza dipendere dalle scelte di un'auctoritas esterna. Invitando a riflettere sul ruolo dell'Intelligenza Artificiale nella società odierna, così come sul principio di obbedienza a quanto ritenuto vero, i redattori de "Il Verro d'Oro" hanno suggerito di soffermasi sulle parole emblematiche di Immanuel Kant

"L'Illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità di cui egli stesso è colpevole. Minorità è l'incapacità di servirsi della propria intelligenza senza la guida di un altro. Colpevole è questa minorità, se la sua causa non dipende da un difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi di essa senza essere guidati da un altro. Sapere aude!".

Duplice, infatti, il dilemma odierno: ci stiamo trasformando in uomini incapaci di pensare, o stiamo forse entrando in una nuova era di asservimento e privazione di diritti?

La risposta, al prossimo caffè. "Il Verro d'Oro" rilancia l'esplorazione e la ricerca di quel fatidico "vello d'oro" che già spinse gli Argonauti ai confini del mondo conosciuto, per poi ricondurli in patria rendendo possibile il riscatto della loro libertà. Ma nelle vesti di creatura alata, il Verro d'Oro omaggia anche il leggendario maiale volante che - apparso sulla copertina dell'album "Animals" dei Pink Floyd  - divenne rapidamente simbolo della lotta contro ogni prevaricazione del potere. Spiccato il volo dalle ciminiere della Battersea Power Station di Londra , finì addirittura per far capolino nel film  "Children of men" (2006): distopia ben peggiore del libro "La fattoria degli animali" di George Orwell, da cui il gruppo trasse ispirazione per l'album unitamene al saggio di Giordano Bruno intitolato "Le ombre delle idee" ("C'è un motivo per cui i porci bramano volare: è qualcosa di sconveniente per natura", in Merlino e il giudice idoneo). 

Il disco fu lanciato sul mercato americano il 2 febbraio 1977. Quarantasette anni esatti dalla presentazione del nuovo periodico. Un segno del destino, forse.